CISPA controllo copyright sui social network


Molti ancora ricorderanno la famigerata proposta di legge SOPA che avrebbe profondamente cambiato la legge sul copyright con una decisa azione contro i siti non a norma.

SOPA suscitò una forte reazione su internet, tale da costringere i suoi sostenitori ad accantonarla.

Ora però sta per essere presentata al congresso una norma chiamata CISPA (le iniziali di Cyber Intelligent Sharing and Protection Act HR 3523) che questa volta è sostenuta anche da grosse aziende tecnologiche, come Facebook, IBM, Intel, Verizon, and AT&T.

CISPA intende rimuovere tutte le barriere legali che permetterebbero sia agli ISP che a social network come Facebook e Twitter, di rifiutarsi di fornire, agli enti governativi, informazioni sui loro utenti.

Se approvata, questi sarebbero costretti a fornire subito tutte i dati che le forze dell’ordine richiedono, pena la chiusura dei siti.

Ad esempio, 845 milioni di persone utilizzano Facebook per diffondere informazioni che li riguardano e che sarebbero, in caso di necessità, consegnate alle forze dell’ordine per garantire la cyber-sicurezza, ma nello stesso tempo non si vieterebbe che questi dati fossero condivisi, ossia non ci sarebbe alcuna censura o chiusura di siti web.

Subito c’è stata una pronta risposta di sdegno, perchè leggendo attentamente la norma, questa parola “cyber-sicurezza” verrebbe spiegata come un meccanismo realizzato per difendere la rete dal furto di contenuti protetti dal copyright.

Quindi Facebook e gli ISP sarebbero tenuti a monitorare i dati dei loro utenti, cercando anche violazioni del copyright.

Questi operatori, acquisirebbero legalmente un potere immenso e sarebbero autorizzati a violare in massa il diritto alla privacy dei loro iscritti.

Quindi l’Electronic Frountier Foundation si è subito opposta anche se i legislatori sostengono che fra SOPA e CISPA c’è la stessa differenza che fra il giorno e la notte.

Facebook si è mostrato favorevole e pronto a cooperare con gli enti governativi per quello che riguarda la difesa contro i cyber attacchi.

Insomma ogni volta si cerca, tramite le leggi, di creare dei supersceriffi in grado di monitorare tutto il traffico di internet. Questa volta, però il fatto che Facebook e gli altri grandi gruppi tecnologici siano favorevoli, rende molto più difficile il cammino per EFF e gli altri gruppi a difesa della libertà di internet.