Può Google in Italia garantire un rifugio sicuro per i siti Torrent?


I siti Torrent sono piuttosto felici che anche Google sia stato recentemente condannato in Italia, come ben sappiamo, in quanto un video caricato su You Tube avrebbe violato le leggi sulla privacy vigenti e quindi è stata riconosciuta la responsabilità dei dirigenti Google che non hanno subito filtrato il contenuto incriminato.

Ma la vicenda è molto simile, se ci si pensa bene a quella che ha visto coinvolti i grandi siti BitTorrent Pirate Bay, Mininova, Isohunt, tutti ritenuti responsabili e costretti a pagare risarcimenti miliardari per materiale caricato dai loro utenti.

I siti BitTorrent pensano che Google abbia sempre avuto l’opportunità ed i soldi per cercare di far rispettare le regole della net neutrality e che invece solo ora, che è stato coinvolto in prima persona, sia sceso in campo.

Basterebbe, sia per quello che riguarda il materiale messo dagli utenti su You tube, sia per i siti BitTorrent, una fattiva collaborazione con le industrie detentrici dei diritti e la pronta rimozione del materiale vietato dopo l’avviso d’infrazione, perché si è visto che non esiste controllo umano o filtro che possa bloccare il materiale a priori.

Scrive, infatti, Matt Sucherman nel blog di Google” che la sentenza attacca gli stessi principi di libertà su cui Internet si basa. Il buon senso impone che solo la persona che carica un video su una piattaforma di hosting possa adottare le misure necessarie per proteggere la privacy e ottenere il consenso delle persone che sono riprese. Il Diritto dell’Unione europea è stato elaborato appositamente per offrire ai provider di hosting un porto sicuro da ogni responsabilità fintanto che rimuovano i contenuti illegali, una volta che sono stati avvertiti della loro esistenza. La credenza, giustamente, a nostro avviso, era che un regime basato sull’avviso e la conseguente rimozione del materiale incriminato aiuterebbe a far fiorire la creatività e a sostenere la libertà di parola, mentre nello stesso tempo tutelerebbe la privacy personale. Se questo principio viene messo da parte e siti come Blog, YouTube e anzi ogni rete sociale, sono ritenuti responsabili se non vagliano ogni singolo pezzo di contenuto che viene caricato presso di loro – ogni pezzo di testo, ogni foto, ogni file, tutti i video – il Web come noi lo conosciamo cesserà di esistere, e molti dei benefici economici, sociali, politici e tecnologici che esso porta potrebbe scomparire.”.

Come quindi osserva Peter Sunde di Pirate Bay lo stesso discorso fatto da Matt Sucherman può essere applicato a qualunque sito BitTorrent e spera che ora, Google il quale dopo la sentenza nel processo contro il team di Pirate Bay aveva da essi preso le distanze, possa invece  combattere anche per loro ma in realtà soprattutto per difendere la libertà di internet perché  Il caso  ruota sempre  attorno alla questione se i gestori di portali e motori di ricerca dovrebbero essere ritenuti responsabili per le azioni dei loro utenti.