L’amministratore di Oink dichiarato non colpevole dalla giuria
Abbiamo parlato già del processo contro l’amministratore di Oink, famoso sito di file-sharing, chiuso in seguito alle pressioni congiunte di IFPI e BPI. La corte ha infine emesso il verdetto dichiarando l’imputato non colpevole dei reati contestategli.
Prima del verdetto però, ci sono state le aringhe finali dell’accusa e della difesa entrambi estremamente accese e su posizioni talmente lontane che dimostrano come un cammino di riconciliazione fra associazioni a difesa dei detentori dei diritti e quelle dei sostenitori della libera circolazione dei contenuti su internet, sia quanto mai utopico.
L’avvocato delle major è stato molto determinato nell’indicare che il sito era nato solo con lo scopo di danneggiare l’industria musicale guadagnandoci, tramite le donazioni.
Del resto i suoi dati sono chiari, nel sito ci sono stati più di 21 milioni di download, più di 600.000 album ed è risultato che Ellis abbia guadagnato oltre 300.000 sterline con le donazioni. L’industria musicale, secondo lui, era la vera vacca da mungere. Il sito, sempre per lui, era così disonesto come è lungo il giorno.
Inoltre secondo il suo parere, Ellis, che ha finto tanta innocenza ed ingenuità di fronte alla giuria, ha detto solo bugie, in quanto sapeva benissimo di ” promuovere, incoraggiare e facilitare l’attività criminale”.
Inoltre sempre l’avvocato dell’accusa ha liquidato il parere del professore Birgitte Andersenok, dell’università di Londra, secondo la quale il file-sharing non ha fatto male l’industria della musica e ha portato a maggiori vendite, dicendo “E’ spazzatura”.
E’ stata poi la volta della difesa che ha messo in evidenza come il suo cliente fosse un bravo ragazzo, estremamente geniale, per molte società sarebbe stato un innovatore, un creatore, un Richard Branson ed il suo talento sarebbe stato apprezzato.
Secondo l’avvocato della difesa il sito non doveva essere chiuso in quanto l’infrazione era stata compiuta dagli utenti di Ellis e l’accusa d’incoraggiamento all’infrazione del copy-right, non è contemplata dalla legge inglese.
Secondo lui, il sito è stato chiuso per rivalità commerciale in quanto forse le major pensavano che la piattaforma di distribuzione fosse cresciuta troppo e poteva essere una rivale pericolosa, troppo innovativa.
In ogni caso, come detto, la corte, in modo unanime, (12 a 0), ha accolto le tesi di Ellis, ritenendolo innocente dell’accusa di cospirazione per frodare l’industria musicale.
Inoltre il verdetto non può essere oggetto di ricorso e finalmente Ellis può lasciarsi la vita precedente alle spalle, dopo oltre sei anni e provare a ricominciare da capo.
Fonte Torrent freak