La pirateria è la causa primaria della crisi dell’industria musicale?


Nel rapporto rilasciato dal GAO, Government Accountability Office, si chiarisce che la pirateria è più un male che un bene ma è difficile quantificare il danno che essa rappresenta per l’economia americana.

La RIAA ed in genere le major affermano che la pirateria è la causa principale del graduale declino dei ricavi in particolar modo per l’industria musicale.

Ma analizzando bene il fenomeno, come fa Torrent Freak non si possono invece escludere altri fattori, di cui già tanti esperti hanno parlato, primo fra tutti il declino del disco fisico, sostituito dalla musica digitale.

Del resto la storia insegna che le cassette, introdotte negli anni 70’, ebbero una loro massima espansione negli anni 80’, quando vennero sostituite dal CD, si può dire quindi che il CD abbia ucciso le cassette.

Poi ora il CD sta per essere soppiantato dalla musica digitale, ma per le aziende del settore è molto più facile dare la colpa alla pirateria digitale che negli ultimi dieci sta succhiando via i loro guadagni, di quanto però neanche il GAO, con mezzi ed esperti è riuscito a quantificarlo.

All’inizio indubbiamente venivano condivisi in rete interi album ma poi nel 2003 è nato Itunes, vendendo più di un milione di tracce nella prima settimana.

Quindi la gente, scoprendo che può acquistare solo i brani che gli interessano non è più interessata a comprare CD di interi album e questo è dimostrato, anche dai dati, presi dal database della RIAA che dimostrano come dal 2004 al 2008, le vendite dei singoli brani negli Stati Uniti siano aumentati del 669% mentre le vendite degli album sono diminuite del 42%.

Quindi è il passaggio dal disco fisico a quello digitale che principalmente ha fatto diminuire i ricavi dell’industria musicale.

Altro esempio che illustra bene questa supposizione è il confronto fra il mercato di musica tedesco e quello statunitense, nel primo le vendite dei CD sono ancora molto popolari, mentre le vendite digitali rappresentano soltanto il 25% del mercato, nel secondo, le vendite digitali surclassano quelle fisiche, rappresentando il 70% del mercato.

Confermando la supposizione che il passaggio al digitale rappresenta una perdita per l’industria musicale, le etichette nel mercato tedesco hanno visto, sempre nel periodo 2004-2008, scendere solo del 5% i loro guadagni, in base a dati resi pubblici dall’ifpi, mentre nel mercato americano le stesse aziende hanno perso il 30% del gettito netto.

Oltretutto, un’altra considerazione che non può essere tralasciata è, che la pirateria digitale dovrebbe danneggiare la vendita digitale di musica e non quella del disco fisico, mentre questa è in piena espansione, sia in Europa, che negli Stati Uniti e salva, anzi, l’industria musicale dal fallimento.

Quindi molto probabilmente, la rivoluzione digitale nella musica ha cambiato l’intero settore, modificando le abitudini dei consumatori e la pirateria musicale crea un ulteriore danno ad un settore già in crisi, ma non può essere lei, la causa principe della crisi stessa.