La Nuova Zelanda introduce la sua nuova legge contro il file-sharing illegale
La Nuova Zelanda aveva introdotto la sua famosa legge 92A sul tipo dei tre avvisi e la disconnessione francese ma la feroce opposizione di molte forze sociali, ha costretto il governo alla fine ad abrogarla ed a introdurre una nuova legge, di cui avevamo parlato anche qui, a protezione del diritto d’autore.
Infatti il ministro Simon Power ha presentato il Copy-right illecite file sharing emendament bill che sostituirà l’articolo 92A e introdurrà una versione modificata della stessa, sempre però con il fine di ridurre il file-sharing illegale.
La legge prevede sempre i tre avvisi ed alla fine un risarcimento fino a 15.000 dollari e la sospensione dell’account per sei mesi.
Soprattutto insiste il ministro che i tre avvisi serviranno ad avvertire gli utenti che la condivisione non autorizzata di opere protette dal copy-right è illegale.
Anche se però invece di disconnessioni si parla di sospensioni la sostanza sembra in realtà la stessa mentre sicuramente cambiano le modalità attraverso le quali il processo dovrebbe compiersi.
Ossia mentre prima bastava un avviso d’infrazione che indicava una presunta colpevolezza perché l’ISP fosse costretto ad avviare il tutto ora un tribunale deciderà sia in merito al risarcimento fino a 15000 dollari che nei riguardi della sospensione dell’account.
Con la nuova legge gli ISP non sono più tenuti a disconnettere, senza un parere del tribunale, gli utenti ma dovranno rivelare alle associazioni anti-pirateria i dati dei loro clienti e le associazioni potranno appunto chiedere 15.000 dollari di risarcimento o anche sei mesi di sospensione nei confronti degli utenti recidivi, mentre invece il titolare del contratto, accusato può difendere la sua innocenza ed i suoi diritti presso il Tribunale del Copy-right.
E’ stato inoltre deciso che Peter Dengate-Thrush, avvocato esperto in diritto informatico, si occuperà del tribunale che giudicherà sui casi di risarcimenti e sospensioni.
L’unico dubbio che ancora vede in scontro le parti coinvolte è sulla sospensione dell’account, anche perché il cliente potrebbe semplicemente iniziare un nuovo account con unaltro ISP e chi ci rimetterebbe sarebbe solo il provider che perderebbe un cliente.