Islanda: Torrent.is ha perso la sua battaglia legale
Molte volte il discorso della legalità dei siti BitTorrent è stata dibattuta in tribunale, sia nel processo a Pirate Bay sia in quelli che hanno coinvolto Isohunt, spesso si è detto che molti siti BitTorrent fanno, in effetti, solo quello che fa anche Google.
Ora però anche la lunga battaglia condotta in tal senso dal proprietario di Torrent.is è finita con un verdetto negativo per lo stesso, dichiarato colpevole, quindi costretto a chiudere il sito e a pagare 3.350 dollari di spese legali.
Ora si dichiara vinto perché non ha più soldi per intentare altre cause ma pensa che il file-sharing non sia affatto finito solo che deve continuare a rimanere nel campo dell’illegalità.
Fondato nel maggio 2005, Torrent.is aveva circa 26.500 utenti attivi prima che il sito fosse costretto ad andare off line. Era sicuramente il più grande e famoso tracker privato islandese.
Le associazioni antipirateria, accortesi della popolarità crescente del sito decisero di intraprendere contro di esso un’azione legale e nel 2007 il proprietario, Svavar Kjarrval, ricevette un’ingiunzione preliminare che lo costringeva a chiudere il sito.
La maggior parte dei proprietari di tracker avrebbe chiuso e magari riaperto con altro nome e da un’altra parte ma egli decise di combattere.
Cominciò così una lunga battaglia legale combattuta in due round, nel primo Torrent.is riuscì vincitore sia al tribunale distrettuale che alla corte Suprema.
Solo che la STEF, l’equivalente locale della RIAA, iniziò un nuovo caso sulla base di altre richieste e Torrent.is rivinse ancora al tribunale federale ma poi il caso venne di nuovo presentato alla Corte Suprema che, come detto, gli ha dato torto.
La lunga battaglia legale ha quindi avuto termine e sicuramente questa sentenza creerà un precedente in altri procedimenti che vedranno in prima linea siti o tracker BitTorrent e questo come detto, potrebbe portare il file-sharing ad operare sempre più in clandestinità.