Il governo spagnolo approva la legge “Sinde”anti-pirateria


 

Il Governo Spagnolo ha approvato, senza sostanziali modifiche, secondo fonti vicine agli organi governativi,, le misure contro la pirateria su internet comprese nel progetto Sustainable Economy Act, già, discusso dal Consiglio dei Ministri l’8 Gennaio, che prevedevano la chiusura di ‘reti’ che rendono disponibile il download non autorizzato di contenuti protetti da copyright.
Il disegno di legge approvato dal governo, prevede un sistema misto che possa decidere sulla chiusura dei siti che sono accusati di violazione della proprietà intellettuale, formato dal Ministero della Cultura guidato da Angeli Gonzales-Sinde, principale promotrice della legge e da un giudice nazionale  e che avrà il compito di svolgere un’azione giudiziaria ‘ultra veloce”, nell’ambito amministrativo, attraverso la quale è possibile ordinare la chiusura delle pagine web in soli quattro giorni.

La creazione di questa commissione è stata ampiamente criticata da varie organizzazioni a difesa della libertà di internet, ma sembra che il governo, soprattutto dopo la sentenza che ha sancito che siti, senza fini di lucro, che offrono link a materiale vietato dal copy-right sono legali, ha voluto, dare una risposta forte, accontentando le major locali e quelle statunitensi.

Questa Commissione, diverrà l’organo preposto a ricevere le denunce di aziende, od individui, che pensano che i loro diritti di copy-right sono violati, ed esaminerà ogni singolo caso ed il giudice dopo aver esaminato il file od il materiale incriminato, entro quattro giorni deciderà se bloccare o no il sito.

Da parte loro, diverse associazioni e gruppi di utenti di Internet hanno iniziato a fare pressioni contro la ‘Legge Sinde’ inviando una lettera ai ministri della Cultura dei 27 paesi dell’Unione europea invitandoli a partecipare a manifestazioni contro la legge “Sinde”e cercando di far leva sui politici che saranno presenti al Congresso per l’industria Culturale, organizzato a Barcellona nei giorni 30 e 31 Marzo.

Ora la spinosa questione passerà al Parlamento, che dovrebbe votare il provvedimento entro giugno, salvo le eventuali modifiche che possono essere presentate dai deputati.