Associazione antipirateria svedese vuole perseguire legalmente gli utenti BitTorrent


Abbiamo spesso parlato di come in Svezia si stiano sferrando grossi attacchi contro la condivisione illegale ma rimane lo zoccolo duro dei pirati BitTorrent, ora l’associazione anti-pirateria svedese (APB), vuole un cambiamento delle leggi in Svezia, che permettano di risalire più velocemente alla persona dietro gli IP, in modo che gli stessi proprietari dei diritti d’autore possano inviare le lettere d’infrazione ai diretti colpevoli.

Infatti, l’IFPI ha celebrato le recenti vittorie contro gli utenti Direct Connect ma questi, sono, in effetti, pochissimi, rispetto alla marea degli utenti BitTorrent in Svezia.

Solo che come dice Ludving Stigeus, il creatore di uTorrent, è difficile poter individuare una sola persona in quanto ogni sciame in BitTorrent è una rete nuova e separata ed il compito di monitorare tutti sarebbe enorme. Sempre secondo Stigeus ci vuole un enorme apparato per tenersi al corrente di tutti i Torrent ed è quindi molto difficile riuscire a farlo ed ottenere quindi prove convincenti per la Corte Distrettuale.

Abbiamo, infatti, parlato della nuova task-force contro la pirateria creata in Svezia e negli ultimi 18 mesi, 75-80 file-sharing sono stati segnalati, ma la polizia ha deciso di investigare solo su 35-40 di questi e dieci sono stati arrestati e solo tre hanno ammesso la loro colpevolezza e deciso di pagare multe mentre altri 15 casi sono ancora sotto indagine.

Nessuno dei file-sharer indagati era poi un utente BitTorrent, come si vede, quindi, c’è stato molto lavoro, molto dispendio di mezzi ma i risultati sono stati scarsi.  

Proprio per queste difficoltà operative poste dal protocollo BitTorrent, Henrik Pontén, l’avvocato dell’APB, pensa che siano necessari dei seri interventi dei legislatori per debellare la pirateria da internet.

Pontén spera che con le modifiche alla normativa, le associazioni anti-pirateria, ossia le vittime dei crimini del diritto d’autore, siano in grado di inviare lettere di avvertimento direttamente ai presunti colpevoli.

Attualmente invece in Svezia è molto difficile ottenere la vera identità di qualcuno dietro un indirizzo IP, senza l’aiuto della polizia. A causa di questo, Pontén spera anche che le associazioni anti-pirateria possano cooperare con gli ISP, in modo che questi ultimi trasmettano gli avvisi di infrazione ai file-sharer, per loro conto.

Ci vorrebbe, infatti, secondo Ponten un organismo indipendente in grado di inviare informazioni alle persone che infrangono la legge, forse un organo di governo o un ente terzo.

Non è molto chiaro se poi nelle lettere oltre ad avvertire la persona che sta violando la legge verrà chiesto un risarcimento per l’infrazione come la RIAA fa da anni in America e molti studi legali stanno facendo in Germania e nel Regno Unito, in quanto sembrerebbe molto strana tutta questa voglia di cambiare le leggi senza un tornaconto ma forse l’associazione anti-pirateria ha intenzione di scoprire le sue carte piano, piano.