Agcom: indagine sul diritto d’autore che rimette la Fapav al suo posto


L’autorità per le garanzie nelle comunicazioni avrebbe pubblicato il 12 febbraio un documento che risulterebbe essere un’indagine conoscitiva dal titolo “ Il diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica “ qui il pdf, in cui fra l’altro interviene chiarendo bene che la SIAE e la Fapav che come sappiamo è ora coinvolta in un processo contro la Telecom, volendo costringere gli ISP ad assumere un atteggiamento come nell’hadopi francese ma senza che invece alcuna legge sia stata approvata in Italia, non devono assumere compiti riservati all’autorità pienamente in grado e competente per svolgere il suo lavoro.

Questo si evince facilmente da quanto scritto qui:

La SIAE di contro, è deputata, per la sua natura di ente pubblico su base associativa, a perseguire specifici fini ontologicamente privatistici (ovvero, quelli degli associati) di tutela, soprattutto patrimoniale, delle opere dell’ingegno e – in generale – del diritto d’autore.

Il richiamo operato dalla legge n.248/00 al coordinamento tra l’attività dell’Autorità e della SIAE.  Nella tutela del diritto d’autore (“nell’ambito delle rispettive competenze”) deve quindi essere interpretato unicamente nel senso che l’Autorità è l’Organo deputato a svolgere la attività di vigilanza a tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica.

Per quanto riguarda invece cosa vuole l’Autorità dagli ISP è molto chiaro quello che possiamo leggere nel sunto della relazione:

Dall’analisi effettuata emerge quindi un quadro tecnico e normativo piuttosto complesso, nel quale occorre nondimeno inquadrare con chiarezza la possibile azione di vigilanza dell’Autorità. Se, infatti, appare chiara la competenza esclusiva dell’Autorità nel prevenire ed accertare le violazioni del diritto d’autore su reti di comunicazione elettronica, va però sottolineato che obblighi di monitoraggio o misure tecniche in capo agli ISP possono essere imposti nel rispetto delle condizioni definite dalla Corte di giustizia UE.

Ciò che appare allora lecito immaginare quale concreta, prima, ipotesi di lavoro è l’imposizione, in capo agli ISP, di un obbligo di sorveglianza finalizzato a comunicare all’Autorità, con cadenza periodica, dati sul traffico Internet (aggregati ed in forma anonima), nel rispetto, naturalmente, della normativa a tutela della privacy e nella salvaguardia del principio della neutralità della rete. L’opportunità di un simile intervento sarebbe molteplice: gli ISP sono già in possesso di tali informazioni che, quindi sarebbe agevole fornire all’Autorità; e i dati comunicati all’Autorità permetterebbero un’analisi sulla quantificazione del fenomeno, propedeutica alla definizione di eventuali misure più puntuali e proporzionate per dosare un’adeguata azione di contrasto del fenomeno della pirateria. Infine, accompagnando tale misura con un’adeguata e trasparente informativa agli utenti, si attuerebbe quella campagna informativa sui rischi generati dalla pirateria che pure appare oltremodo opportuno avviare, attraverso campagne pubblicitarie, informazioni sul sito web dell’Autorità e comunicazioni puntuali agli utenti Internet (ad esempio, nei contratti di accesso ad Internet).

Altra cosa molto interessante del rapporto riguarda i dati che secondo le associazioni anti-pirateria, dimostrerebbero che il fenomeno del download illegale sia in aumento esponenziale ed invece nella relazione Agcom è scritto:

Tuttavia, secondo uno studio effettuato sul traffico mondiale, il fenomeno P2P appare in diminuzione (dal 40% al 19% dell’intero traffico dal 2007 al 2009) mentre cresce il numero di abbonamenti a banda larga (Capitolo 3). Pertanto, la diffusione della banda larga in Italia, dando impulso allo sviluppo del mercato legale dei contenuti digitali audiovisivi, potrebbe anche agire da deterrente rispetto al P2P.

Quindi ricapitolando la SIAE e la Fapav possono solo avvertire l’autorità non prendere provvedimenti ma a sua volta la polizia i tribunali ecc. possono richiedere un intervento più attivo degli ISP ed un eventuale monitoraggio ma sempre nel rispetto delle leggi della net neutrality e della privacy. Soprattutto invece è importante attuare campagne d’informazione agli utenti alle quali dovrebbero partecipare attivamente anche gli ISP.

Ma in ogni caso, il fenomeno pirateria è da tenere sotto controllo ma in base ai dati Agcom non è in aumento esponenziale ma anzi è in calo e una banda sempre più larga in Italia potrebbe portare ad un maggiore sviluppo del mercato legale dei media digitali.