Wi-Fi: una proposta bipartisan per abolire il decreto Pisanu


Sulla scia dei tragici eventi del settembre 2001 – o forse sarebbe meglio dire con la scusa degli stessi – il Governo italiano varò nel corso del tempo una serie di norme, nelle intenzioni, antiterrorismo, che culminarono nel 2005 con il famigerato decreto Pisanu. Chi ha mai provato ad aprire un internet point o ad offrire connettività wireless ai clienti dei suoi negozi, sa di cosa stiamo parlando: si tratta di quell’insieme di norme incredibilmente complicate che prevedono, per chi vuole fornire a terzi un accesso alla rete, pratiche che vanno dalla presentazione di una domanda alla locale Questura, di una al Ministero delle Telecomunicazioni e dell’obbligo di registrare il documento di identità di ogni avventore del proprio locale che sfrutta la connessione al web.

Insomma, quanto di meglio si poteva inventare la classica burocrazia all’italiana tanto che, intervistato su questo decreto, lo stesso ex ministro Pisanu ha detto che forse si trattava di provvedimenti esagerati, anche se non sarebbe del tutto d’accordo, oggi come oggi, nell’eliminarli in toto. L’attuale governo invece ci vuole provare, per restituire un poco di libertà a chi vuole offrire a terzi la connessione alla rete, e lo fa con una “proposta di abrogazione delle norme recanti limitazioni dell’accesso a Internet”. Incredibilmente, una volta tanto questa proposta è di stampo bipartisan, dato che a presentarla sono stati tre esponenti di schieramenti molto diversi tra di loro: Paolo Gentiloni (sì, proprio l’ex ministro delle telecomunicazioni del Partito Democratico), Luca Barbareschi (di Futuro e Libertà, il nuovo partito guidato da Gianfranco Fini) e Linda Lanzillotta (di Alleanza per l’Italia, il movimento recentemente creato da Francesco Rutelli).

Tutti i partiti si sono quindi accorti che questo decreto, specialmente nell’era dell’Internet mobile, è quantomeno anacronistico ma, essendo nato con carattere provvisorio sulla scia dei grandi attentati terroristici a Manhattan, viene promulgato di anno in anno perché nessuno ha voglia di metterci le mani sopra e studiare una nuova soluzione. Adesso tutti gli schieramenti – che allora lo votarono compatti – si dicono pentiti di averlo promulgato, ma sono stati soltanto i tre parlamentari sopra indicati a presentare una proposta per abolirlo, con la speranza che il Governo la prenda in esame. Se questo accadrà ci sarà da festeggiare, sperando però che i dettami che andranno a sostituire il decreto Pisanu non siano peggio di chi li ha preceduti. In Italia abbiamo assoluto bisogno di una normativa in questo settore, perché con le attuali norme restrittive siamo tremendamente indietro (-70%) rispetto a tutti i paesi europei per ciò che riguarda il numero di hot spot wireless disponibili sul territorio nazionale. Tanto per cambiare.