L'aquila: la città dimenticata dopo il terremoto?


Riprendiamo la lettera aperta indirizzata da una cittadina aquilana al direttore del Tg1: i numeri della rinascita de L’Aquila, a volte dipinta con troppa superficialità come un evento fantastico dalla straordinaria efficienza organizzativa, sono a volte ben diversi da quelli tanto decantati dai media.

In sintesi, dal sito della Protezione Civile (dati dello scorso 22 gennaio):

• Cittadini aquilani In Autonoma Sistemazione 30.636 (questi sono i cittadini che non avendo la possibilità di rientrare in casa, hanno trovato una sistemazione in maniera autonoma e percepiscono un piccolo contributo mensili che, tra l’altro, è fermo al mese di ottobre)

• Cittadini aquilani nel progetto C.A.S.E 12.059: si tratta dei cittadini la cui casa è risultata inagibile per danni strutturali (abitante sia in centro che in periferia) e quindi hanno avuto accesso alle nuove abitazioni, quelle delle new-town, insomma quelle del miracolo aquilano (il progetto faraonico)..

• Cittadini aquilani sistemati in moduli abitativi provvisori (M.A.P.) 2.362

• Cittadini sistemati in alberghi/caserme a L’Aquila 10.128: cittadini che aspettano una sistemazione nel progetto C.A.S.E., M.A.P. o altrove (?)

• Cittadini in albergo fuori provincia 6.195: cittadini della stessa tipologia del punto precedente.

• Cittadini in case in affitto concordato 2.241 (cittadini che hanno preferito una casa in affitto a quelle del progetto faraonico)

Facciamo la somma: 63621

Possiamo dunque affermare che il miracolo della rinascita della città interessa solo una percentuale davvero esigua della popolazione (il 17% circa) che peraltro non sta godendo di nessuna certezza circa il lavoro, il loro futuro e quello dei loro figli.

Dare agli Aquilani la forza di reagire, di far sentire la loro voce senza bluff o filtri pseudo-giornalistici, è dovere di tutti.