Accordo Microsoft – Facebook: Bing per le ricerche sul social network
Uno dei primi investitori di Facebook, con molta lungimiranza, è stata nientemeno che la Microsoft; adesso l’azienda di Redmond cerca di mettere a frutto la sua partecipazione societaria stringendo un accordo con la piattaforma che si concretizzerà sotto forma di servizi per il suo “nuovo” motore di ricerca Bing, sin dalla nascita in cerca di soluzioni per contrastare lo strapotere di Google. Grazie a questo accordo, quindi, gli utenti potranno utilizzare l’engine di Bing per effettuare ricerche sui profili Facebook e sui risultati del “Mi Piace” (“Like” in lingua inglese).
La prima funzionalità va a colmare una grave lacuna del “libro delle facce”, ovvero l’assenza di un motore di ricerca interno degno di tale nome. Tra breve sarà invece possibile sfruttare la potenza di calcolo di Bing per cercare il profilo di un amico che si crede essere iscritto al social network sempre, ovviamente, se questo amico ha impostato la sua politica di privacy su Facebook in modo da rendere accessibili i suoi dati personali, anche minimi, ai motori di ricerca e solo se si tratta di una persona maggiorenne. Le ricerche effettuate in questo modo potranno essere anche ristrette alla propria rete sociale, in modo da compiere una ricerca veloce per caratteristiche e gusti tra i propri amici su Facebook, cosa piuttosto difficile qualora se ne abbiano a centinaia.
Anche la seconda funzionalità è legata ai propri amici su Facebook e consente di cercare quanti, tra di loro, hanno apprezzato un elemento, sia esso una foto, un video, una pagina o un gruppo sempre sul social network. I risultati di questo tipo di ricerche saranno inoltre arricchiti da un indice di rilevanza. Entrambi questi nuovi servizi non sono però altro che la punta dell’iceberg degli accordi tra Facebook e Microsoft, dato che quest’ultima ha tutta l’intenzione di far diventare Bing il motore di ricerca predefinito per tutti gli iscritti al social network (che sono oltre 500 milioni in tutto il mondo!), cercando così di provare ad intaccare il primato di Google, che attualmente domina il mercato degli Stati Uniti con il 66,1% di quota.