Banda larga: al Governo mancano i fondi
Non bastava la diatriba tra gli operatori alternativi a Telecom Italia (Wind, Fastweb, Vodafone, Tiscali, BT e TeleTu) e l’AGCOM, con i primi che hanno da poco sbattuto la porta in faccia al Comitato per lo sviluppo delle reti NGN voluto dall’Autorità stessa in netta contrapposizione con il suo Presidente. Per la banda larga all’italiana va sempre peggio e per i tanti abitanti della penisola colpiti dal digital divide, il futuro è tutt’altro che roseo.
Stando a quanto riportato sulle colonne del quotidiano finanziario Il Sole 24 Ore, il Ministero dello Sviluppo Economico non avrebbe più nelle sue disponibilità gli 800 milioni di euro inizialmente previsti proprio per portare l’ADSL anche nelle tante località della penisola che ne sono ancora sprovviste. Di quello stanziamento sarebbero rimasti appena 100 milioni di euro, assolutamente insufficienti per raggiungere lo scopo. In virtù di questa situazione, il Governo starebbe pensando di chiedere alle Regioni di indicare, nelle richieste di finanziamento per superare il digital-divide da presentarsi entro il prossimo mese di ottobre, quali sono i distretti produttivi dove c’è bisogno di intervenire.
Questo al fine di provare a portare la banda larga almeno ad una parte delle aziende che oggi hanno grossa difficoltà a lavorare senza l’internet veloce, visto che per tutti gli altri, ovvero i normali cittadini, non c’è alcuna possibilità finanziaria di intervenire. A questi ultimi non resta che rivolgersi al mercato della connettività internet via dispositivi mobili, ma mentre gli operatori in questo campo stanno facendo offerte sempre più convenienti, al tempo stesso non stanno investendo il giusto per aumentare i ripetitori e la copertura del servizio UMTS, tanto che in poco tempo si arriverà alla totale saturazione e già in molte zone l’accesso al World Wide Web con i cellulari è poco più di una comodità per controllare la posta elettronica, essendo praticamente impossibile anche solo tentare il download di un file abbastanza pesante.
Insomma, la situazione è in una fase di stallo davvero preoccupante, con l’Italia che segna sempre di più il passo rispetto agli altri paesi europei nel campo della diffusione della banda larga. Certo, se il Ministero dello Sviluppo Economico avesse un titolare del dicastero – che manca dal tempo delle dimissioni di Scajola – forse si potrebbe anche provare a fare qualcosa di più.