La storia del PDA
Palmare, questo sconosciuto! Alzino la mano quanti di voi hanno un’agenda, una segretaria e o assistente personale, una madre che funge da promemoria ambulante, un calendario pieno di note ed appunti, una scrivania costellata di post it di ogni forma e colore… allora? Ebbene si, le nuove tecnologie velocizzano la comunicazione, ci rendono impossibile sfuggire ai doveri e ci subissano di così tante informazioni ed impegni che per i più smemorati o disorganizzati è difficile tenere il passo. Vero, anzi verissimo, che esistono diversi tipi di congegni elettronici capaci, più o meno diligentemente di farci giungere a risultati proficui, vero anche però, che non tutti amano quegli strani apparecchietti con tasti e tastini capaci di farci anche un caffè se usiamo la parola chiave adatta al compito. Quelli di noi che sono molto più affezionati alla carta ed alle agende di un tempo potrebbero trovare difficile migrare a strumenti tecnologici complessi come i moderni smart phone e telefoni intelligenti.
Dove sta la notizia? Molto semplice, per quelli che vogliono solo le cose che usano e non amano portare in giro congegni dal costo astronomico pieni di funzioni quasi incomprensibili facciamo un passo indietro nel mondo del moderno computer e riscopriamo il Palmare, questo trascurato assistente virtuale, prima inventato proprio dalla Apple che adesso lo ha sostituito con l’immancabile iPhone.
Il Personal Digital Assistant, PDA, è appunto un piccolo computer che si può tenere in una mano (da qui computer palmare) concepito per essere prima di tutto un organizer ovvero una agenda elettronica le cui funzioni sono di calendario, agenda, rubrica, orologio e calcolatrice. Poco più di questo è permesso. Si possono aggiungere note e memorizzare appunti, ma quando si arriva a funzioni più potenti e avanzate cambiamo già genere e passiamo ai più moderni smarthphone. Molti lo considerano ormai un dinosauro dato che il primo esemplare vide la vita nell’ormai molto lontano 1993 (in termini informatici 15 anni sono effettivamente un arco di vita da matusalemme), è anche vero che per chi ha necessità di funzioni limitate e soprattutto non è molto addentro le nuove tecnologie il palmare rappresenta una soluzione di comodo semplice da padroneggiare soprattutto per i quadri di alto livello un po’ più avanti con l’età. Una sorta di segretaria virtuale che non sa fare il caffè ma può essere molto più discreta.
Il Palmare è normalmente touch screen, questa modalità permette di accedere più velocemente ai vari settori, per una questione di comodità la maggioranza degli schermi utilizzeranno una pennetta sensibile per “scrivere” e maneggiare l’apparecchio. Con i nuovi schermi antigraffio e soprattutto idro repellenti, però, si trovano in commercio anche esemplare dal tocco del dito, il cui schermo resta sempre lindo e pinto. Ci sono poi anche le evoluzioni di altro genere, quelle, ad esempio, che seguono la mania dell’attivazione a comando vocale. Internet è quasi sempre un requisito ma non per i modelli più basilari, che si contengono di molto anche nel prezzo e che sono presi in considerazione ormai, solo da un ristretto numero di persone che odiano letteralmente la tecnologia oppure hanno molta difficoltà a comprenderla.
A causa dell’evolversi del mercato di nicchia di questi apparecchi le vecchie generazioni sono ormai scomparse per lasciare il passo ad apparecchi leggermente più evoluti la cui forma, già per fare un esempio, varia molto e si avvicina, spesso,a quella di un mini computer portatile. I palmari sono molto utilizzati per le email, per la scrittura di note e promemoria e prevedono quindi una piccola tastiera semplice da usare per l’introduzione di questi testi. Una delle caratteristiche che li rende ancora appetibili è la compatibilità. Essi sono sincronizzabili in poche mosse con i programmi elettronici più usati, come fogli excel, posta elettronica, MP3, iCal ed altre applicazioni attraverso un collegamento USB o Blutooth. I più innovativi, in più funzionano da sistemi GPS oltre che da telefoni ma in questo caso andiamo già verso il territorio del telefono intelligente e dei suoi pronipoti. A differenza di una segretaria in carne ed ossa, un Personal Digital Assistant pesa solo poco meno di 200 grammi ed è di solito nell’ordine di grandezza dei 17 centimetri. Sono quindi altamente portabili, sia in tasca che in qualunque valigetta da ufficio. Sia l’hardware che il software che lo compongono non sono solitamente nulla di cui scrivere a casa ma permettono la gestione delle funzioni a noi più care ed utili senza per questo la costante paura di non sapere cosa e come fare comune a coloro non proprio cresciuti nella generazione dei computer. Un PDA ha comunque un sistema operativo alla sua base, e la scelta di tale SO può definirne la fascia di prezzo più dell’elenco delle funzioni e delle caratteristiche hardware. Apple, Linux o Windows applicano tariffe molto diverse a fronte di servizi più o meno comuni ed apparecchi con la stessa portabilità. La differenza più grande in questi casi, sta più spesso nella scelta del nome dell’apparecchio che richiama questo o quel brand.
Sara