Netbook : La vera rivoluzione
Quando alcuni anni fa alla Psion Teklogix registrarono il marchio “Netbook”, mai avrebbero potuto immaginare che dalla fine del 2007 quel termine avrebbe indicato (suo malgrado, ha infatti già depositato ricorso e dal marzo 2009 non si potrà più usare quella parola), l’ invenzione dell’ anno, l’oggetto del desiderio di molti ed il nuovo “status symbol” di questi anni!
Fino a quel momento infatti i pc portatili erano per lo più delle possenti scatole da 3Kg e più, contenti hardware all’ avanguardia (in relazione al periodo di lancio,si intende) che di “portatile” avevano poco più che la possibilità di usarlo senza il cavo elettrico inserito. La potenza e le prestazioni avanzate (supportate comunque da costi relativamente alti), impedivano a quasi ogni pc di durare per più di 3 ore con la propria batteria e difficilmente scendevano sotto i 2,5Kg e i 13″ di diagonale per il display. Certo, qualche modello davvero “portatile” esisteva (qualcuno ha detto Flybook?), ma la miniaturizzazione dei loro componenti mantenendo ingombri minimi (da 7 a 10 pollici per l’LCD e circa 1Kg-1,5Kg di peso) veniva a costare molto salata! I modelli più piccoli erano veri e propri gioielli e, come tali, potevano essere appannaggio solo di ricchi e facoltosi manager alla ricerca della portabilità estrema (una gran comodità poterli inserire nella 24h assieme a molte altre cose) oppure per gli immancabili geek informatici, ben propensi a sacrificare il budget di un mese vacanza(alle Maldive!!) pur di poter leggere comodamente le email in bagno, e comunque ben felici di poter affiancare il loro maxi pc da gioco durante le sessioni più sfrenate di lanparty nelle riunioni del “Club del Southbridge”!
L’ appetibilità di computer così piccoli e portatili era visibilmente elevata, moltissime persone avrebbero preferito portare in giro un chilogrammo di portatile, piuttosto che tre o quattro, soprattutto se magari sarebbe servito solo per guardare un film, navigare su internet oppure usare fogli elettronici. Il problema era però un altro: ben pochi erano infatti disposti a spendere cifre esorbitanti (1500-2000€, ma per alcuni modelli si poteva ancora salire!) per tale comodità. La soluzione era però alla portata di tutti, potremmo quasi definirla come un proverbiale “uovo di Colombo”: puntare tutto sulla miniaturizzazione di sistemi informatici dalle bassissime prestazioni, ma dagli altrettanto bassissimi consumi,usando all’occorrenza materiali di costruzione economici. In questo modo si sarebbe potuto mantenere un prezzo bassissimo, tale da attirare tutta quella fascia di utenti consumer, poco esperti di hardware informatici, ma che, vedendo uno di questi nuovi portatili da pochi pollici a confronto con quelli già esistenti, avrebbe notato principalmente un prezzo inferiore di almeno sei-sette volte, piuttosto che la dotazione hardware a dir poco ridicola. Il settore marketing avrebbe poi pensato a pubblicizzarli e renderli appetibili anche dal punto di vista estetico, valutando i punti di forza (estrema portabilità, ampia durata delle batteria), e mettendo in secondo piano i non pochi difetti(schermi piccoli, bassissime prestazioni, fragilità dei componenti..ecc..ecc..)
Inizialmente l’idea di questi mini-pc era stata pensata soprattutto per i mercati in via di sviluppo dell’ India e della Cina, in modo da permettere anche ai milioni di abitanti in condizioni economiche non eccellenti, di poter avere uno strumento utile per l’informatizzazione e la scolarizzazione delle fasce più deboli. Ma con questi presupposti, sicuramente qualcuno della già citata area marketing, avrà dovuto pensare che in fondo si sarebbe potuto rivelare proficuo estendere la diffusione di tali dispositivi anche alla parte più ricca del mondo, quella parte divorata dal consumismo a tal punto da assumere di volta in volta status symbol diversi, fino a renderli parte integrante della società, tanto che la normalità risulti poi essere in possesso di tale oggetto, piuttosto che esserne sfornito. Era già successo con il telefono cellulare, era in fase di ultimazione con l’ Ipod (tanto simbolo di una categoria di prodotti a tal punto da diventare sinonimo di “lettore mp3”), il mondo occidentale era quindi in attesa del prossimo simbolo, del nuovo tormentone per tutti i giovani in perenne ricerca dell’ “essere IN”.
Se questa categoria di nuovi prodotti riuscirà a diventare così comune da essere paragonata a cellulari e lettori mp3, forse è ancora presto per dirlo, ma certo le cifre di vendita del 2008 dei netbook sono da capogiro, nel 3° trimestre del 2008 si sono venduti circa 6 milioni di netbook (per fare un confronto, l’ Iphone si è fermato a “soli” 4,5 milioni) e le stime per l’anno successivo sono in rialzo, e non si prevede a breve una saturazione del mercato.
I primi ad essere entrati in questa fetta di mercato sono stati quelli dell’ Asus, che con il loro Asus 700 sono riusciti ad anticipare tutte le case produttrici concorrenti di tantissimi mesi e a guadagnarsi un’ ottima porzione di utenti attratti soprattutto dalla novità. Sono poi entrate in gioco le altre aziende, tanto che adesso hanno tutte almeno un’ alternative netbook nei loro listini: Msi, Dell, Hp, Acer, Olidata, ed addirittura Sony con il suo marchio Vaio.
Fabio Frappola per Flashmobile.it